INPS multato: sul sito web istituzionale i dati dei partecipanti ad un concorso
Tra i dati oggetto della violazione, oltre all’indicazione di nome, cognome e data di nascita dei candidati, anche il punteggio derivante dalla media dei voti conseguiti nelle prove scritte e orali
Multa di 50mila euro per l’INPS, colpevole, secondo quanto appurato dal Garante per la privacy (provvedimento del 26 settembre 2024), di avere pubblicato sul proprio sito web i dati personali di migliaia di partecipanti ad un concorso bandito dall’istituto previdenziale. Tra i dati oggetto della violazione, oltre all’indicazione di nome, cognome e data di nascita dei candidati, anche il punteggio derivante dalla media dei voti conseguiti nelle prove scritte e orali, il punteggio dei titoli, l’indicazione dell’ammissione con riserva (comprensiva anche delle causali relative alla salute), di oltre cinquemila persone, tra candidati risultati vincitori e candidati risultati solo idonei. L’istruttoria ha avuto origine dalle verifiche effettuate in occasione di un primo procedimento che il Garante aveva definito irrogando all’INPS una sanzione di 20mila euro per aver diffuso gli atti intermedi del medesimo concorso, poi finiti anche sui social ad opera di terze persone. Ma gli ulteriori accertamenti del Garante hanno evidenziato che anche le graduatorie finali diffuse online contenevano numerose informazioni di dettaglio relative a vicende personali e familiari dei partecipanti, esponendo le persone a possibili danni sul piano reputazionale. A taluni nominativi era difatti associato il riferimento a giudizi pendenti, che seppur relativo al contenzioso con l’amministrazione, ingenerava l’equivoco della sussistenza di precedenti penali. Ampliando l’orizzonte, la pubblicazione delle graduatorie, ha ribadito il Garante, deve avvenire nel rispetto delle norme di settore applicabili con riguardo ai soli dati – dei vincitori – necessari ad assicurare la pubblicità e la trasparenza. La pubblicazione online, a differenza delle tradizionali forme di pubblicità, consente a chiunque, per effetto dei comuni motori di ricerca esterni ai siti, di reperire un insieme consistente di informazioni personali rese disponibili in rete, non sempre aggiornate e di natura differente. Di conseguenza, una volta pubblicati e indicizzati, i dati rischiano di rimanere in rete per un tempo indefinito e possono essere utilizzati anche per fini ulteriori e non corretti.