Compenso avvocati: quando si ravvisa il patto di quota lite?

Il patto di quota lite va ravvisato non soltanto nell'ipotesi in cui il compenso del legale sia commisurato ad una parte dei beni o crediti litigiosi, ma anche qualora tale compenso sia stato convenzionalmente correlato al risultato pratico dell'attività svolta.

Compenso avvocati: quando si ravvisa il patto di quota lite?

Gli avvocati, tramite un ricorso, hanno sostenuto che al momento del conferimento dell’incarico professionale, concordavano il compenso per i servizi da svolgere. La parte si impegnava a pagare loro il 3% del valore della compensazione urbanistica nel caso di esito favorevole della controversia legale, con la detrazione degli acconti già versati. Tuttavia, i ricorrenti lamentavano che le loro richieste non ricevevano risposta.

La parte convenuta ha respinto le richieste avversarie, sostenendo la nullità dell'accordo sul compenso, poiché considerato un patto di quota lite non conforme ai principi di proporzionalità e ragionevolezza e invalidato dalla normativa introdotta dall'art. 13, IV co, della Legge n. 247/2012. Dopo aver accertato la nullità dell'accordo, la parte convenuta ha suggerito di calcolare il compenso degli avvocati utilizzando le tariffe stabilite dal D.M. n. 127/2004.

Il divieto del patto di quota lite è stato modificato a seguito delle revisioni dell'art. 2233 c.c. apportate dal D.L. n. 223/2006 convertito nella Legge n. 248/2006 e successivamente reintegrato dalla Legge n. 247/2012. Questo divieto impedisce agli avvocati di ricevere una quota del bene oggetto della prestazione o della controversia come compenso. Inoltre, il patto di quota lite può essere configurato non solo quando il compenso del legale dipende da parte dei beni o crediti in disputa, ma anche se è legato al risultato pratico dell'attività svolta, come nel caso specifico.

L'accordo iniziale, contrariamente a quanto lamentato dalla parte resistente, non viola i principi di ragionevolezza e proporzionalità, considerando la complessità legale dell'incarico e l'importanza economica della questione legale. Inoltre, gli avvocati avevano proposto un compenso che rispettava i limiti previsti dal D.M. n. 127/2004.

Per tale ragione, la richiesta di condanna è stata accolta.

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