La circolazione stradale impone severi doveri di prudenza e diligenza agli automobilisti
Costituisce di per sé condotta negligente l'aver riposto fiducia nel fatto che gli altri utenti della strada si attengano alle norme sulla circolazione poiché l’automobilista deve far fronte a situazioni di pericolo, sempre se prevedibili.
Il 18 ottobre 2006, due automobili, una guidata da D.G. e l'altra da R.D.L., si scontrano causando danni solo ai veicoli coinvolti.
Successivamente, R.D.L., proprietaria di una delle auto coinvolte, porta N.D. davanti al Giudice di Pace per chiedere un risarcimento di € 954,00 ai sensi dell'art. 2054 c.c., oltre rivalutazione e interessi. R.D.L. richiede anche che venga dichiarata la responsabilità esclusiva di D.G., il conducente dell'altra auto, per l'incidente.
N.D., contestando la richiesta di risarcimento, afferma che la colpa per l'incidente ricade completamente su R.D.L. e propone una domanda riconvenzionale volta a ottenere un risarcimento di € 1.452,00 per i danni aggiuntivi subiti dalla sua auto. Inoltre, chiede di coinvolgere l'assicurazione di N.D. nel procedimento.
Dopo il contraddittorio e l'esame delle prove, il Giudice di Pace stabilisce che la responsabilità esclusiva per l'incidente è di D.G. e condanna quindi N.D. a pagare € 883,14 a R.D.L.
Non soddisfatta della decisione, N.D. presenta un appello al Tribunale, chiedendo di accertare se la responsabilità esclusiva spetti a R.D.L. o, in alternativa, se entrambi abbiano contribuito alla colpa. Tuttavia, la decisione di primo grado viene confermata, anche se l'importo del risarcimento è ridotto a € 783,14.
Successivamente, N.D. si rivolge alla Corte di Cassazione proponendo cinque motivi di ricorso, alcuni dei quali vengono ritenuti fondati.
La Corte afferma che nell'ambito della circolazione stradale, non è sufficiente riporre fiducia nel rispetto delle norme, poiché gli utenti della strada devono agire con prudenza e diligenza per far fronte a situazioni impreviste o pericolose, anche causate da comportamenti irresponsabili di terzi.
Di conseguenza, la Corte rimanda la questione al Tribunale per verificare se il comportamento di guida di D.G. poteva essere preveduto e se R.D.L. avrebbe potuto evitare l'incidente.