Familiare colpito da cefalea, lo porta in auto in ospedale pur avendo la patente sospesa: legittima la multa

Inutili le obiezioni proposte dall’automobilista sanzionato e mirate a evidenziare la situazione di emergenza affrontata

Familiare colpito da cefalea, lo porta in auto in ospedale pur avendo la patente sospesa: legittima la multa

Dover portare in auto al ‘Pronto Soccorso’ un familiare colpito da una forte cefalea non rende giustificabile la decisione di mettersi alla guida pur sapendo di avere la patente sospesa. Assolutamente non contestabile, quindi, il verbale a carico di un uomo beccato a condurre un’automobile nonostante la precedente sospensione della sua patente di guida. Per i giudici è impossibile accettare la tesi difensiva secondo cui egli avrebbe violato il Codice della strada per porre rimedio a una situazione di emergenza, cioè recarsi di corsa in ospedale per consentire al cognato, vittima di un forte malore, di ricevere assistenza. A inchiodare l’uomo sono i dati presenti nella documentazione depositata agli atti. Nello specifico, i giudici spiegano di non poter desumere – soprattutto alla luce dei referti medici riportanti la diagnosi di cefalea relativamente al familiare dell’automobilista – la presenza di una patologia così grave da giustificare la sostituzione alla guida e la conduzione del mezzo pur nella consapevolezza della sospensione della patente. Al contrario, secondo i giudici, sarebbe stato più logico e più semplice chiamare il ‘118’ per chiedere assistenza oppure far assumere alla persona colpita da cefalea un farmaco e attenderne gli effetti e la conseguente attenuazione del problema di salute. (Cass. civ., ord. n. 24679/2021)  

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